Qui la valle del Fella piega decisamente a settentrione, e lo svolto è segnato da una stretta gola che fu nei secoli scorsi la Chiusa, fortificata a scopo militare, della quale rimane ancora qualche avanzo di muratura. La forrovia prosegue, ora traversando i fiumi su arditi ponti, ora passando attraverso gli sproni rocciosi, con brevi gallerie, per Pontebba e — superata, a Camporosso, la soglia che divide le acque che alimentano il Fella e quindi P Adriatico, da quelle che alimentano Zeglia e quindi il Mar Nero — fino a Tarvisio. Pontebba è la località più importante e più singolare di questo breve percorso. Per secoli e secoli un torrente, la Pon-tcbbana separò il borgo tutto italiano, da Pontafella, che, dopo essere stata slava, era divenuta tedesca, ed aveta ed ha tuttora (sebbene molti edifici abbattuti durante la guerra siano stati ricostruiti) campanile, chiesa, case, abitanti con fisonomia e lingua straniera. Ma noi da Chiusaforte non vogliamo proseguire in ferrovia ; vogliamo invece abbandonare il treno e raggiungere Tarvisio per la via fra i monti, risalendo la valle di Racco lana. Questa scende dalla sella di Nevea che si stende in aspetto di vasto altipiano fra due dei maggiori gruppi delle nostre Alpi : il Canin e il Montasio. Il facile valico di Nevea per la comunicazione col paesello di Cave del Predìl o Raibl, già appartenente alla Carinzia, posto sull’ importante strada del Predii, deve aver mantenuto sempre attiva frequenza per questa vaile, e il bisogno di trasporto del legname può aver indotto, in tempi lontani, alla costruzione di una strada da carri, strada che le frane e le alluvioni si incaricavano di distruggere frequentemente. Nel 1809, durante le guerre napoleoniche, le truppe del Principe Eugenio, inseguenti gli austriaci, la riat-