— 49 — acquisti. In Altre parole, noi abbiamo bisogno di comprare molto più di quanto possiamo vendere al di là dei nostri confini. Inoltre, sempre per la scarsezza del territorio e delle suo risorse, molti Italiani devono emigrare, andare cioè all’estero, per trovarvi lavoro e talora anche per stabi-lirvisi per sempre. All’ infuori dei 40 milioni d’Italiani ehc vivono in Italia, ve ne sono infatti più di 7 che si trovano dispersi in Kuropa, nell’Africa settentrionale e pri nei pii mente nelle due Americhe. Negli anni precedenti alla guerra partivano dal-P Italia ogni anno oltre mezzo milione di lavoratori ; dopo finita la guerra,gli emigranti non raggiunsero tale cifra ; ma nel 1923 furono circa quattrocentomila, partiti tutti, o quasi, senza li» famiglia c quindi con P intenzione di ritornare, dopo un anno o dopo qualche anno •li sudato lavoro e ili risparmio, con un gru zzo letto che servisse loro per prepararsi una tranquilla vecchiaia. Anche il Friuli, che pur non è la regione d'Italia più fittamente popolata, ha bisogno che molti de’ suoi figli passino i monti e il mare, per guadagnarsi il pane in lontani (Metti. Grande è il numero dolili emigranti friulani, sopra tutto della Carnia e del Canal del Ferro, ma anche della pianura. Prima della guerra mondiale ogni anno partivano più di 80 mila emigranti diretti in Austria, Ungheria, iiermania ed altri paesi europei, c quasi 10 mila diretti all’ Argentina, agli Stati Uniti, al Canadà e in altre parti dell’America. Dopo la guerra mondiale P emigrazione si è ridotta a quasi la metà ed ha in parte mutata direzione, preferendosi la Francia e il Belgio fra i Paesi europei. Kssa, del resto, abbraccia in quantità più limitate tutta la superficie della Terra, spingendosi fino alla lontanissima Australia. Più di uno di voi dovrà forse un giorno emigrare : ma se vorrà lavorare in modo veramente utile per sé t — Mi