O wi quanti a*«*te dw mjUitfti.	Lufiai* il |< ti»,
aprtim le por!* e eraile fuor*. ftaUf fwm. ulofiftfalf il Vile.
•edito dm il trH*««to pD>»rgy« e svvir», lao? cfcf in «min* e rimuove Mi terra« •ototaado 4all* mll* la vita.
    Tra le m*wtt lo «aiuti c*m Ha anuMlft fra i giardini efe» Ihì piantato. *r ru«#| nomj;ii«n: pnKfeè il Soie <U l'utènadania, la ri«t^«si • la «uniti.
Vi*•* 4a lei <f«u iwoUaUffl*.
LA NOTTE E IL SONNO
    Le 24 ore del giorni» sono dunque ripartite fra la luce e le tenebre, sebbene noi chiamiamo comunemente giorno le ore della luce e noUe quelle del buio.
    Secondo questa ripartizione anche pii esseri viventi, e particolarmente pii animali (anche l’uomo è un animale.... ragionevole !) debbono dividere il tempo tra le varie occupazioni della giornata e il sonno cui è destinata la notte.
    « Bistigne là a durmi scnze fàsal di, e jeva aenze fasi danti * dice il proverbio.
    State attenti alle galline, e saprete quando dovreste andare a letto e quando dovreste alzarvi