IL DENTE DELLA CALUNNIA Era possibile che tutto quel mondo di frustati si portasse in pace i lividi di quelle staffilate? Inferociron tutti. Ma gli avversari più pericolosi eran quelli che gli stavano vicini. Eran pochi assai, ma eran forti. Li trovava per le scale quando saliva a conferir col papa e se li vedeva fianco a fianco nel corteo, quando Damaso andava da S. Pietro a S. Giovanni in Laterano. Non riusciva a scoprirli e a individuarli con perfetta sicurezza, perchè il leone è la meno questurina delle bestie. Però sapeva eh’eran lì. — Che farci? Le folgori — gli diceva O-razio — colpiscon volentieri le più alte cime e gli uomini invidiosi s’accaniscon sempre a distruggere quelli che hanno una statura più grande della loro. Gli baciavano le mani e cercavan di scavargli la terra sotto i piedi. Ma quei maligni avevano da far con Damaso, non uso a sacrificare teste, per far piacere a chicchessia. 165