BIONDO CANE DI SCOZIA Il pensiero dell’eretico scozzese giunse alla grotta di Betlemme a pezzi e bocconi, ma ciò non impedì che, col suo intuito, Gerolamo cogliesse la radice e l’anima del sistema pelagiano. L’astuto monaco s era associato nella propaganda un giovane di nome Celestio, avvocato e eunuco. Insieme col quale, all’avvici-narsi di Alarico, tagliato il Mediterraneo, era sbarcato in Africa, per andare a finire, lui, nelle fauci di Gerolamo. Al quale era giunta voce di una certa critica che Pelagio aveva mosso ad un certo passo del suo commento alla lettera di Paolo «Ad Romanos». Apriti, o cielo ! «E chi è questo folle che, col cervello appesantito dalla broda scozzese (1), scappa fuori a ripetere contro di me le vecchie calunnie di Rufino, pigliando lo spunto da un mio vecchio libro contro il famigerato Gioviniano? Miserabile! Incapace di imbastire un argomento, pitocca contro di me calunnie alla porta di gente ormai morta e sotterrata» . Non s era, per verità, sbagliato. Infatti Pe- (1) In Jer. I. 279