PLASMATORE DI ANIME indicato che Giobbe e l’autore dell’Ecclesiaste. — O Paola, Paola; Marcella, Marcella, dove sono andati i grandi della vostra stirpe? Che è dei loro antichi e così strepitosi trionfi? Silenzio e tenebre, la gloria che passò. Leggete qui: Tutto è vuoto quaggiù (1). Ogni carne è un cespo di fieno e la gloria è come il fior dell’erba (2), che spunta, ride e muore (3). E terminava con le eterne e ammonitrici parole di Cristo ; quelle stesse che gli eran venute su dall’anima quando, gomito a gomito, stava affacciato alla finestra dell’albergo di Treviri e contemplava il Reno che se ne scendeva stanco e annoiato verso la sua foce. — Che cosa serve all’uomo conquistare il mondo se poi si perde l’anima per sempre? (4) Ma, per arrivare a ridere della «gloria della carne» e del «fior dell’erba», ci voleva un coraggio che non è in dominio di molti. (1) Eccl. I. (2) /s. 40, 6. (3) Iob. XIV, I - 6. (4) Marco, Vili, 37. 153