IL SACCO DI ALARICO Le Spagne, che portano ancora le ferite e i segni dei Cimbri, attendono anch’esse, piene di terrore, la loro non lontana rovina... (1). 11 28 agosto dell’anno 410, Alarico entra va a Roma per porta Salaria ed era l’orgia della barbarie, celebrata in seno alla capitale del mondo. Meno le Basiliche dei Santi Pietro e Paolo, che il re barbaro aveva comandato di rispettare, tutto fu invaso e messo a sacco : dai templi alle case patrizie, alle orificerie, alle banche, ai granai. I sette colli dell’Urbe ardevano nella notte, per fuochi di bivacco, in modo da far paura e, tra il nitrir delle cavalle legate alle balaustre degli altari, i capi tracannavan vino nei vasi sacri, fino a perdere l’uso della ragione. Fu uno scempio di vergini. Saliti all’Aventino, forzarono il cenacolo, tentando violare le matrone e le fanciulle che stavano sotto il tetto di Albina ; lassù dove un giorno era suonata la voce del «nostro» a celebrare la verginità come la «bianca margherita», che si fa più bella, se tu l’arrossi co! sangue del martirio. (I) Epist. CXXIII. 263