I SUOI TEMPI Varrone, sornione, anche qui, e colorista, ne ha già steso e scritto il necrologio. Perfino la cenciosa plebe delle suburre e degli angiporti deserta, ormai, in gran parte, i vecchi dei e, se li prega, chiede giuochi, frumento e figli maschi. Solo la campagna ha mantenuto in piedi i suoi altari e, quando i sacerdoti arvali cer-can di propiziare le divinità dei campi, le pianure e i colli bruiican di folla, ora ferma e prostrata, ora processionante, in litania, in mezzo al verde della primavera. Giove dirocca, ma Cristo trionfa nelle sette Reggie che la fede e la politica di Costantino gli hanno preparato nell’Urbe; cade a pezzi l’impero, ma si consolida la Chiesa, ormai così potente, da apparire come la domi-natrice sicura dei secoli avvenire. Milleseicento (1) vescovi sono sparsi sulle terre dell’impero come altrettanti proconsoli di Cristo e i loro episcopi splendon come fari, pronti a rompere la notte che sta per abbattersi sul mondo. Su le antiche colonne degli dei, in quella Roma che nell’anno 64 li ha uccisi entrambi, (I) HàRNàCK, Missione etc., Torino, 1906. 21