SCORCIO sorte di Paolo, di Agostino, di Tommaso, e restò senza candele. Forse che anche sul terreno della santità i nani han paura dei giganti? Gli stessi agiografi non 1’ han trattato come meritava e mentre stiamo per recidere il filo del racconto che consacrammo a lui e alla sua vita, siamo mortificati a constatare come, invece della luce di un bel faro, gli proiettammo sul volto burrascoso quella sbadigliante d’un lumino. Ma domani sorgerà l’artista capace di sbalzarlo come statua in tutta la sua scabra e titanica bellezza. Nell’attesa ch’esso spunti e arrivi, contentati di Lui, quale vive e rugge sotto questa copertina. La nostra piccola fatica resta così conclusa, e davanti a Lui deponiamo la nostra fragile penna, come un ex-voto pieno di passione. Ma prima di allontanarci dal suo altare, solitario come il picco d una rupe incoronato da voli d’aquile, vogliamo parlare ancora una volta con Lui. 301