A ROMA Dunque, mio figlio è nato per la gloria — continuava a pensare Eusebio. — Già. — Ma che gloria gli darà quella tìernacula rusticitatis eh’è Stridone? Roma era ancora il palcoscenico del mondo e quelli che volevano fortuna andavano da lei. Certo erano lontani i tempi quando uno spagnolo di Cadice, Seneca, vi diventava in quattro e quattr otto precettore di Nerone, e un oscuro maestro d Alba di Piemonte, Pertinace, vi riusciva, sia pure per soli 87 giorni, imperatore. Ma la statua, che il Senato avea decretato al retore C. M. Vittorino Afro appena ieri, ammoniva dal foro di Traiano che per le selve e nei giardini dell Impero c’erano ancora querce e palme... — Avvocato, grande e brillante come Cicerone, o professore, valoroso e fortunato come Vittorino? Aveva ormai tredici anni e detestava Stridone come Leopardi detesterà il ((natio borgo selvaggio» di Recanati. Così, quando 46