lor080 giovine, Carlo de' Malatesti de' Signori che' furono di Rimino, ed allora sotto alle ali della Repubblica ricovravano. . . » . Compiuta vittoriosamente la prima parte della / sua campagna, l'Alviano non sostò a riposare; ma corse verso imprese maggiori. Il giorno che seguì la caduta della Rocca, spese alcune ore nel dare ordini per un nuovo rafforzamento del luogo, pose il campo a Cormons « Cremons, ricco e forte castello presso l'Isonzo, non inviolato confine d'I­talia e di Lamagna». I tedeschi, dapprima, non voleano sentir parlare di resa. Ma contro gl'im­peti e le artiglierie di Bartolomeo non valeva la ostinazione e cedettero. Intanto Venezia era esul­tante ,per le buone novelle: accresceva al1' Al­viano il soldo e gli onori e congedava duramente una nuova ambasceria di Massimiliano che cre­deva aver piegato l'animo della Repubblica coi guasti de' suoi Lanzi e dei suoi Camiolani. Nè l'Alviano indugiava nelle sue imprese chè « da Cremons, indirizzandosi alla città di Gorizia, ebbe aneo questa; il Lione di San Marco sventolò sulle rocche donde avea scacciata l'aquila bici­pite. Da Gorizia pensò ad occupar Trieste, antica preda tolta a Venezia dai Genovesi, perchè tra due popoli irosi ne godesse poi un estraneo». Fu a questo punto dell'impresa che nacque il dissidio col Re francese. il quale consigliava gli -187 ­