FOLGORI SUL TETTO re. «Non macchiasse di fango la casa di suo padre e non cominciasse a giuocarsi l’anima nelle alcove del «demonio meridiano..». La sventurata non rispose. A meno che non fossero risposta la sua fronte bassa e quelle lagrime che, cadendole dagli occhi rossi, le gocciavano su la punta dei sandali, staccate dal singulto che le lacerava la gola, scuotendole le spalle e quella sua testa di fanciulla sedicenne. Tornò ad Aquileia che aveva la bocca amara come il fiele. E gli sbatteva il cuore... Lo Spirito Santo e il popolo dicono che i dolori son come gli abissi e le ciliege. Non a-mano star soli. Non s’era ancora riposato dall’angoscioso viaggio, che la violenza d’un «turbine improvviso» s’abbatteva sul tetto del cenobio, disperdendo il «coro dei beati». — Che fu? — C’è chi parla di spedizione punitiva, organizzata da quella frazione mondanella del clero cittadino che vedeva nella vita dei ceno-biti la più aspra condanna della sua vita oziosa, trasandata, godereccia. E l’amava come s’ama un pruno negli occhi. Ma forse non fu così. Cromazio era responsabile, insieme al vescovo, d’aver smantellato 86