RITORNO A STRIDONE ma queste righe le sapeva a perfezione : «nè accendon la lucerna per nasconderla sotto il moggio. No. L’accendono e la mettono sopra il candelabro, perchè faccia lume a quanti stanno sotto il tetto della casa. La lucerna era suo figlio e il candelabro? — Non certo Stridone. Del resto, come sarebbe stato possibile finire là, dopo aver passato quasi cinque anni in una capitale come Roma? Sapeva a memoria i versi di Catullo : O quid solutis est beatius curis cum mens onus reponit, ac peregrino labore fessi, venimus larem ad nostrum? Ma egli non era nè «fesso», nè «frusto». Vent’anni, il cuore saldo come un motore e la fantasia accesa come il cielo, quando è tutto un’azzurra retata di stelle. Frattanto suo padre avea mutato sostanza al sogno... Non era meglio fare di Gerolamo un grande ufficiale di Valentiniano o avviarlo su le lucrose vie del grande commercio? Pensò di mandarlo a Treviri, certo che là l’uno o l’altro aspetto del sogno si sarebbe, più facilmente che altrove, compito. 67