IL SACCO DI ALARICO Appesa la spada alla rastrelliera della vittoria e mondatosi della polvere del terribile duello, s’era trovato col cuore gonfio di irrefrenabile gioia. Gioia un poco venata di amarezza, perchè aveva rotto le ossa ad un vecchio amico, ma gioia. La verità e la Chiesa valevano infinitamente più di Rufino. Della famiglia di Leone Magno, di Gregorio il Grande, di Ambrogio e di Benedetto da Norcia, Gerolamo ha il seno e l’anima pieni di Roma. Dentro di lui paiono cantare l’Orazio del Carme secolare, il Virgilio dell Eneide e lo storico - poeta delle Deche. Ma da qualche tempo il Tu regere imperio populos, romane, memento — e YAlme sol, possis urbe Roma nihil visere maius — e certi lirici saluti di Livio all’Eterna gli paiono una mortificante ironia. I Barbari, forzati i confini, cominciano a dilagare su tutte le terre dell’impero e puntano su Roma. 261