UN LIBERTINO ALLA GROTTA le braccia, non vi tremò il petto e non vi vacillarono le ginocchia?» Poi, con frase sempre concitata e pittoresca, dice delle conversazioni notturne di Sa-biniano che parlava dalla strada con lei che rispondeva affacciata alla finestra e della fune che funzionava per far discendere dalla finestra alla strada e salire dalla strada alla finestra quello che i due si volevano passare. E continua: «Eri estenuato e pallido, per le lunghe veglie; ed io mi ingannavo aggiudicando tale pallore alle lunghe preghiere, alle coraggiose macerazioni, ai continui digiuni. Ahimè ! Pronta era la scala per cui ella doveva scendere; stabilito il viaggio, pagato il nolo e fissato il dì della fuga...». «Ma l’angelo, portinaio della cella di Maria, custode della culla del Signore e portatore di Cristo fanciullo, vi scoperse...». «Oh, poveri occhi miei, o giorno degno di maledizione, in cui col cuore costernato lessi quelle tue lettere che serbo tuttavia presso di me)). ((Ma tu ti gettasti ai miei piedi, chiedendomi in grazia la vita. Ti perdonai, esortan- 212