UN LIBERTINO ALLA GROTTA e colà? Ebbene, imita il pianto di questo vecchio carico di vizi. Sono uno scellerato come tu mi credi e mi dipingi? Oh, imita il pianto di questo scellerato che piange. Ti scendano dagli occhi le lacrime, giù tra le vesti di seta e di lino. Riconosciti ignudo, stracciato, sordido, mendico». ((La penitenza, anche se tarda, redime...». Uno scossone gli fece tremare le spalle ampie e il capo. Piegò la pergamena in quattro e la lettera, col primo corriere, partì. Lui stette là, a guardare nel vuoto, mentre le ultime lacrime gli scendevan lente per le gote a inzuppare il cespuglio della barba, ch’era ormai ricca di non pochi fili d’argento 214