A NEPOZIANO Gli avversari continuavano ad accusar- lo di scegliere troppo volentieri nel mondo delle donne la creta per plasmare i capolavori della sua pedagogia. E, per verità, ebbe più «discepole)) che ((discepoli», ma la colpa non era sua. Venite anche voi — parea dire — e vi scaverò, vi scheggerò, vi scolpirò con altrettanta forza e con altrettanto gusto. Ed era sincero. C’è infatti più gioia a plasmare un uomo che a plasmare una donna. In pedagogia come in arte. Su quanti uomini non ha egli cercato di affondare il suo pollice michelangiolescamente creatore ! Però intorno a nessuno lavorò con 1 arte e la passione che traspaiono dalla sua celebre lettera a Nepoziano. I giovani lo affascinano. Un corriere arrivato ieri dalla Dalmazia gli ha consegnato una lettera del nipote di Eliodoro (1). Il quale s’è offerto al Signore (1) Eliodoro di Aitino, suo vecchio compagno di studi, diventato vescovo di Aquileia. 219