SCORCIO S era abbattuta una colonna. Ed era così grande, che davanti ad essa quella di Traiano sarebbe parsa canna o fuscello. La Chiesa, a quel crollo e a quel tonfo, parve allibire. Più grande di lui, in Oriente, Origene e, in Occidente, Agostino. Nessun altro. Come a capire la grandezza d’una quercia gigante, occorre vederla distesa, enorme cadavere, per terra, con le braccia contorte e la chioma sconvolta, così, a misurare la giusta statura di Gerolamo, bisognava vederlo disteso sul suo giaciglio di morte, immoto come quelle enormi figure che stanno distese su certe tombe illustri del Medioevo e del Rinascimento. Atterrato, parve colossale anche ai suoi più accaniti avversari e il giudizio di Gennadio, ch’era poi quello di Rufino, apparve a tutti gli onesti un’ingiustizia impastata di fiele e di mediocrità. Non fu un genio metafisico, e il suo pugno grosso e nervoso non gettò nelle crepe 293