IN MARGINE AI PROGRAMMI simo e amante d’emozioni, frequenta le laute cene, bazzica il circo, frequenta il teatro, dove spesso trionfa la pochade. Cento e cento lupanari apron le porte ai veterani della débauché come alle giovani e imprudenti reclute del vizio. Le vie e i portici, gli ingressi dei teatri e delle terme sono insidiati da non so quante meretrici. Gli mancano gli ausili della Grazia. Sua madre è lontana e Bonoso, eh’è vicino, non ha il fascino virtuoso che Alipio avea per Agostino. «Caddi sul lubrico sentiero dell’adolescenza e giacqui nel fangoso sepolcro dei delitti, insudiciato di tutte le lordure» (1). Tu sgrani gli occhi e aspetti che di queste frasi io faccia tavolozza per dipingerti Gerolamo in veste di grande débauché? Rivolgiti a un biografo da «collana nera». Noi, non abituati a tradir la storia, per nessuna ragione del mondo, tiriam via... Ma non credere che sia divisa dall’autore l’idea di chi fa di Gerolamo un fratello di San Luigi, o giù di lì.. — Chissà perchè, mentre si tende ad aggravar le colpe di Agostino, si voglian tacere o diminuire i peccati di Gerolamo? (1) Gerol., Apoi. I, 17 (P L, XXIII, 412, A.). 56