SCORCIO — Certo. Ma, chi lo scava fino in fondo, trova che quelle di Gerolamo sono le ingiustizie dello zelo e le ferocie dell’amore. Tali devono essere apparse al popolo, che, nell impeto della sua ammirazione, lo volle sugli altari, e alla Chiesa che lasciava intorno alla fronte del leone l aureola che il popolo gli aveva regalato. Agostino lo venera e lo cita. Ambrogio, anche se si è sentito dar della cornacchia, ne parla con schietta ammirazione. Dal secolo V al Mille splende come un enorme faro di luce in mezzo alla tenebra del Medio Evo. Il Rinascimento, con Erasmo di Rotterdam, lo piazza accanto a Cicerone. La leggenda lo crea cardinale; e non so chi, primo, lo dipingesse col «galero». I maestri di spirito lo interrogano come si interroga un oracolo di Dio. E i più grandi biblisti ne fanno anche oggi punto di partenza. Quelli, però, che l’onoraron più di tutti furon gli artisti del pennello. Non so qual «grande del Signore» abbia interessato l’arte dei colori quanto lui. Ma, come santo, gli è toccata, ahimè, la 300