ADDIO ROMA «Credete tempo perso tutto ciò che sfugge all’ avarizia, alla gola, ai bramiti della carne. E dite che la speranza di quelle grandi donne, che attendon d’esser beate in Dio, è un’illusione. Sarà, ma che v’importa?» «Siate pure grossi e grassi come i porci. Noi amiamo le facce affilate e i volti dipinti di pallore». «Vi ho scritto queste cose, o Asella, dal bordo della nave, con gli occhi pieni di lacrime e l’animo gonfio di dolore». «Fui ben stolto, immaginando di poter cantare in terra straniera il canto del Signore». «M’ero scordato quanto dice l’Evangelo : che non si può uscire da Gerusalemme, senza incappare nei ladroni». «Ma, non crediate che mi turbino poi troppo i delitti che la calunnia livida e l’ingiustizia cieca e prepotente vollero attribuirmi». «Io so che, e per la buona fama e per la trista, s’arriva lo stesso al regno dei cieli». «Addio, Asella. Salutatemi Paola ed Eu- 173