CONTRO AGOSTINO Agostino gli rispose : «Se ti ho offeso, perdonami e non rendermi male per male. Te ne scongiuro per la dolcezza di Cristo. Riceverò con tranquillo cuore tutte le tue correzioni. Vuoi che io veda in te un bue. Va bene, ma sotto il peso degli anni tu conservi intatto tutto il vigore della tua giovinezza. Ho detto qualche cosa di male? Eccomi steso davanti a te. Calpestami. 11 peso che ti viene dagli anni non mi sarà troppo grave, purché il mio fallo si franga come fuscello di paglia sotto i tuoi piedi» (1). Un velluto, la lettera di Agostino. Ma non bastò a vellicare il terribile leone che su la carne viva dell’anima portava tuttavia la ferita che vi aveva aperta la lettera recapitatagli da Sisinio. Si era sentito offeso nel suo prestigio e lo irritava lo scalpore che quella lettera aveva risollevato contro di lui in mezzo ai vecchi e implacabili avversari di Roma. «Non ti risposi perchè molti mi dicevano che tu avevi agito per amore di gloriuzza vana, cercando di aumentare la tua fama a danno della mia». (1) S. Agostino, Epiat. CX. 275