IL SASSO DEL DOMENICHINO Paolo e un bel giorno gli scrive questa lettera, che è il più bel ritratto del bibliofilo di Concordia. «Ecco che gira per te il cerchio del tuo centesimo anno; e tu, sempre fedele ai precetti del Signore, delle gioie del tempo fai preludio alle beatitudini del cielo. I tuoi occhi conservano lo splendore della loro luce, mentre i tuoi piedi stampano su la terra impronte ben sicure. L’udito è fine, i denti bianchi, la voce sonora, il corpo vigoroso. 11 candore dei capelli, poi, contrasta bellamente col color rosa del volto e il vigore della tua persona smentisce il numero degli anni che tu conti. La memoria non è compromessa ; il sangue non ti gela nei canaletti delle vene ; il volto non ti si incartapecorisce sotto una fronte scanalata ; e la mano, che non trema, non lascia errar lo stilo su la cera delle tavolette, a tracciar linee storte e indecise...». Ci sono dei vecchi così candidi e tanto spirituali che, a guardarli, ti sollevan fuori della sfera della carne e tu non puoi pensare che a cose belle e ideali. Tale era Paolo per Ge-lolamo e quando questi discorreva con lui, 110