IN CASA DI DONNA ALBINA sporge la testa da una colonna e guarda verso il portale d’ingresso. — Eccolo, eccolo ! — esclamano in coro. Gerolamo, infatti, è là, sotto l’arco del portale. Scompone il groviglio dei capelli tutti incollati di sudore, poi dà un bel colpo di tosse e agita le larghe braccia, salutando, mentre gli illumina la faccia un bel sorriso, largo come la sua fronte e caldo come il cuore che gli arde in petto. Gli sciamano tutti incontro, si curvano a baciargli le mani e poi s’avviano verso la sala delle conferenze. — Gli argomenti? La Francia e l’Italia hanno avuto dei celebri salotti. Basta ricordare quello della vedova di Condorcet, a Parigi, all’epoca del primo Impero ; e quello della contessa M&ffei a Milano, ai tempi del Risorgimento. Ma il cenacolo dell’A ventino era di genere diverso. A Parigi e a Milano parlavano di filosofia, di letteratura, d’arte e di politica ; a Roma, invece, discorrevano di Dio e della vita in Lui, Signore della luce e della felicità. — In un anno — avea promesso il magico 148