LA MORTE DEL LEONE Abate fino all ultima ora che passerà sotto il tetto del monastero ! Ma un giorno, i muscoli, i tendini sono tutti inflaccidati e le ossa, senza nutrimento e secche come i pioli d’una scala vecchia, cominciano a cariargli sotto la pelle, che s’è fatta aspra e dura come quella d’uno squalo. Inutile, puntare i pugni, Gerolamo; la leva non funziona più. Allora fece tutta nodi ima grossa corda; l’attaccò al trave del soffitto e prese a trarsi con quella fuori del giaciglio. Ma dopo quattro settimane quella fune, attorcigliata come una serpe, discendeva inutilmente a ciondolargli sul groviglio dei capelli. Un giorno l’abbrancò, ma fu come se l’avesse abbrancata un paralitico. L’avevano abbandonato le ultime energie ed era rimasto tutto trasudato e avvilito sul fondo del saccone. Costretto alla immobilità e alla inerzia per sempre ! Prese, allora, a dettare da letto, con voce asmatica e scandita da radi colpi di tosse, il 288