- 41 - preme i calzoni sul ginocchio, tutto freme com'io lo tocco, perchè io sono la primavera. Rose, rose, rose. E io pungendomi colgo e empio di rose la mia via. Di qui passerà un giorno ella e mi troverà seguendo la rossa traccia. Ah anima amata, è nato oggi nel mondo un poeta, é t’attende. È nato un poeta che ama le belle creature deJla terra perchè egli deve ridare puro il loro torbido pensiero, come acqua succhiata dal sole. E ruba e stronca dalle belle creature della terra perchè egli non è pietoso e sa soltanto di dover nutrire di sangue vivo. Troppe mammelle di latte nel mondo, e la forza vitale è debole e accasciata, e gli uomini si lagnano d’essere vivi. Nella mia città facevano dimostrazione per l’università italiana a Trieste. Camminavano a braccetto, a otto a * otto; gridavano: viva l’università italiana a Trieste, e strisciavano i piedi per dar noia alle guardie. Allora mi misi anch’io nelle prime file della còlonna, e strisciai anch’io i piedi. S’andava cosi giù per (’Acquedotto. A un tratto la prima fila si fermò e dette indietro. Dal caffè Chiozza marciavano contro noi in doppia, larga fila i gendarmi, baionetta inastata. Marciavano come in piazza d’armi, a gambe rigide, con lunga cadenza, impassibili. Ognuno di noi sentì che nessun ostacolo poteva fermarli. Dovevano andare avanti finché l’imperatore non avesse detto: hait ! Dietro quei gendarmi c’era tutto l’impero austruBgarico. Cera la forza che aveva tenuto nel suo pugno il mondo. C’era la volontà d’un’enorme mo-