mo incrollabile come le rupi che 80rreggevano i campi fasciati di pietrame e di travi, anche le disavventure quasi si annullano, tanto più e esse non sono decisive e solo ri,entrano nel va­rio avoljlòÌmento d'una impresa. Di fronte a Du­razzo la disavventura colpì Celare: ed il auo c;:olpo non fu lieve, sebbene più tardi Farsaglia potesse cancellarne sanguinosamente ogni segno. Ma abbiamo già visto nella gesta navale di Orico con quale nobile calma il Conquistatore accettasse la fortuna avversa, non indugiandoli nel vano lamento e nemmeno cercando quella giustificazione assai facile a lui che della cam­pagna si fece storico ed attraverso tutte le asprez­ze seppe afferrar la vittor,ia finale; giustificatrice essa e trasformatrice d'ogni errore ed' ogni di­yersa vicenda. 
Questo Cesare, vincitor di guerre, riapetta pro­fondamente le leggi della guerra, e le accetta. Genio· abbagliante, pur sapendo che gli occhi dei contemporanei e dei posteri saTebbero ap­pena bastati a lopportar la sua luce, e tutt'al più avrebbero traV'isto attraverso tal luce le linee essenziali della sua vita politica, militare, umana, marca tali linee profondamente, nettamente, per­chè vincano lo splendore stesso del suo nome e della sua fama. I suoi ComentaTii sono la più nuda e più robusta verità che si conosca: il pro­fondo fascino che emana dalle pagine dei glo­riosi volumi, ;i nutre appunto di questa verità che stupisce. 
Il terzo libro del De Bello Civili deve leggerai con lo spirito consapevole della natura cesariana. 
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