— — •sua famiglia fu mandata via dalla campagna. Io gli scrissi: — Caro Ucio, quando c’è un solo flobert fi min. in campagna, dopo tirato bisogna levar la palla dal fanale. — E casi a me il padron di casa voleva molto bene, e quando stetti male mi condusse spesso a caccia. Perchè avevo terribile mal di capo. Ero cresciuto troppo presto, e letto e studiato troppo nella convalescenza del tifo. Mi condussero da un dottore che mi visitò > • tutto, poi si levò gli occhiali e mi guardò fisso negli occhi. Fu uno sguardo lungo e una lotta zitta fra me e lui. lo l’odiai fortemente perchè egli vedeva oltre la mia aria da malato. Non aveva pietà di me. Solo in quel momento m’accorsi d’aver sempre esagerato con molta verità l’emicrania. E lo guardai in viso, come a dirgli: — Io non sto male, sto benissimo, sono pigro, ecco, semplicemente. Mi secca andare a scuola. — Sentivo il sangue corrermi più sano nelle vene, rialzai di colpo il capo un po’ inclinato in atto di debolezza: ero pieno di salute e di forza. Egli mi guardò a lungo, dubbioso, severo e quasi maligno; poi mi proibì la scuola e m’ordinò vita selvaggia. Avevo vinto. Perchè voi non sapete quant'astuzia s’impara guardando come un’ape entra in un fiore e il ragno chiappa la mosca. Voi non sapete come un ragazzo possa, obbedendo, costringere i genitori a fare quello ch’egli vuole. 11 nostro mondo raffinato è molto ingenuo. Basta che voi vi fabbrichiate una situazione in cui è ormai stabilito come ognuno degli altri si deve comportare. Se per esempio uno scolaro sviene all’esame di greco» non c’è professore che