_ 17 _ dritte e elastiche come colpi di fionda. Aspra salse me nelle pupille bionde dei tedeschi ! — Attenti ! Serrare ! — Chè il nemico smaniante si butta addosso ai nostri primi e li affonda. Dagli ! dagli ! dagli! Giù. Sento sul collo l’unghiata di rabbia del tedesco setoloso e l’acqua che si rompe sotto il mio corpo. Tocco fondo. Due gambe mi tengono fisso quaggiù. Il mare turbina. M’accuccio, agguanto una gamba, e giù te, porco ! — Viva il Dagli! Da’! Giù. Su. Dagli, dagli ! — Al largo ! — Steno è sparito dopo aver gridato l’ordine. Noi sappiamo perchè. D’improvviso uno dopo l’altro i tedeschi rapidissimamente piombano in fondo, tirati da qualche polipo mostruoso. — È Steno ! Viva Steno ! ©agli ! Ora li massacriamo.' Metri d’acqua si rovescialo sulle bocche affannese. Gli occhi biondi non vedono più. Si voltano e fuggono. E ora comincia il colpo della ritirata. Steno l’ha inventato, perchè il « Dagli! » non può dar quartiere prima della sponda. Freddo, calmo, metodico colpo di ritirata ! I tedeschi fuggono, ma uno per uno li stiamo dietro le spalle, e scattando nell’acqua con i piedi ci rovesciamo giù a braccia larghe intorno al loro capo. L’acqua aguzza rompe nel-l’orecchie, negli occhi, nella bocca, nel naso. Il .tedesco respira. E sciampf! nella Itocca aperta. E sciampf! negli occhi brucianti. Nelle sorde orecchie. Sciampf ! Sciampf ! Viva il « Dagli ! ». Chi resisteva al « Dagli ! », amici d’una volta? Chi era capace di stare sott’acqua come Toci, quando il bar- 21