— 93 — Io sono come voi, non badate. Le mani del giovane barbaro sono diventate bianche e deboli come le mani delle femmine. Ora è tempo di sognare: alberi spaccati, schiene frustate, altre cose. Tante altre forti cose. Mamma mi diceva timidamente ch’era naturale non dormissi, tutto il giorno su e giù per la tua stanzetta senz’aria ! — Come un condannato: cinque passi in su e cinque in giù, fra due scaffali di libri letti e riletti e un muro bianco dove sta scritto da tanto tempo: Tutte le cose sqr vere, ma alcune accadono ora, altre accadranno nel futuro. E s’io li racconto in questa triste notte invernale d’una fatti che viene 'portando odoranti fiori in grembo, tu mi devi credere, o povera anima mia. — È passato parecchio tempo. Ora il piccolo salmo è tagliato con un frego del dito. E scritto anche, a lapis rosso : Guardami ben : ben son, ben son Beatrice. Su e giù, giù e su. E poi sedere davanti a questo piccolo tavolinetto, e poi sdraiarsi per terra. In strada gl’innumerevoli bimbi urlano e piangono e tiran sassate sulla ruletta chiusa dell’erbivendola. Tornano in rimessa, con gran fracasso, i carri d’una fabbrica di birra. La casa grigia di fronte è orrribile. Quando piove, sgocciola di sudore giallastro. La luce invade camere soffocate, angoli di grandi armadi scrostati, uno straccio per terra, una donna grassa che si leva le calze. A qualunque ora del giorno sono ammassate sulle finestre lenzuola e coperte stinte. Tutto il giorno c’è una brutta baba sdentata che sbraita di-