di predominio Adriatico, e si chiamava « erede di Venezia» in questo mare, e nei mari e nelle terre del glorioso Levante. * *. Tante fosche e umilianti cose, questa Mnta guerra che combattiamo ha fatto crollare per sempre. Nostro è nuovamente, il Palazzo di San Marco, nostri saranno, nuovamente, domani, il mare azzurro e i domini ch'esso rappresenta. Gli eredi di Venezia, o crollante Austria dli Ab .burgo, siamo noi I Ed è di noi, ed è tutta intimamente nostra, la bellezza che risplende austeramente sulla salda fronte dell' edificio purificato da quella servitù che talvolta lo faceva tetro, come 'su tutte le aue pietre s'abbuiassero e volessero scrollare il giogo. e volessero sradicare dalla loro compagine le armi marmoree dell' oppressore. lo non voglio nè posso -chè me ne mancano sicuri elementi di studio e di indagine -parte cipare alla disputa che in questi giorni si ac­cende intorno all'architetto della splendida mole. Credo soltanto ragionevole cosa il considerare come contro gl'i imprecisi documenti scritti, ritro vati dal Nogara nella Biblioteca Vaticana, che son valai per attribuire il palazzo a Francesco di Borgo San Sepolcro, detto nelle vecchie carte, F ranciscus Burgensis, atieno quelli ideali -e non soltanto ideali perchè si basano su signifi­cativi elementi architettonici -difesi e .ostenuti dal Bemich, dallo Gnoli, dallo Zippel e da altri -217 ­