IL COMPLOTTO 111 Il professore Ernesto Denis, nel suo libro « La Grande Serbia’», dichiara che"« Pasic, discretamente, tentò di indicare al Ballplatz i pericoli ai quali si esponeva l’arciduca; il 21 giugno il ministro serbo a Vienna avvertì il ministro degli affari esteri che il suo governo aveva delle ragioni per ritenere che un complotto si organizzava in Bosnia. 11 cancelliere non tenne alcun conto di questo annuncio, e scartò con lo stesso disprezzo le indicazioni che la polizia di Belgrado dava su Cabrinovic #. Ma lo stesso Pasic, nel luglio 1914. in un’intervista col corrispondente del Nete-York-Herald, aveva dichiarato che se avesse avuto conoscenza dell’esistenza di un complotto contro l'arciduca ereditario d’Austria-Ungheria, certo avrebbe provveduto ad avvertire il governo austro-ungarico. Chiunque conobbe da vicino Pasic sa quale peso si potesse dare alle sue parole ed alle sue dichiarazioni destinate a comparire sui giornali. Più di una volta le dichiarazioni del presidente serbo apparivano sullo stesso teina contradditorie perchè in tal modo Pasic disorientava amici e nemici. Ed egli superava agevolmente il disagio che poteva derivargli da quest« contraddizioni con comode dichiarazioni che il riferimento del suo pensiero era stato inesatto. Per il furbo uomo balcanico la diplomazia era sopratutto Parte di dissimulare la verità. Discorrendo con lui si sentiva che certe sue affermazioni non erano il risultato di verità maturate in lui, ma rispondevano alla creduta opportunità del momento. Parlava male e stentatamente il tedesco ed il francese: i maligni sostenevano che parlasse male anche il serbo perchè egli era di origine bulgara. Preferiva discorrere con stranieri attraverso un interprete. I suoi amici elogiavano la sua ca*