3« LUCIANO MACRIM prospettato non prometteva nessun vantaggio, sia nella politiea interna che nella politica estera della monarchia nei suoi rapporti con la Serbia. Si proponeva ancora l'arciduca di introdurre la lingua tedesca come lingua ufficiale dell’impero in Ungheria. E non dimenticava nel programma «li governo Ui posizione della propria moglie: chiedeva il rafforzamento del titòlo di duchessa di Hohen-berg, quale consorte imperiale e reale, c la svia elezione a prima signora di corte. Qual conto avrebbe fatto Francesco Ferdinando di questo programma se fosse salito al trono? E qual parte dei suoi disegni politici era taciuta in questo programma? Diffidente com'era aveva rivelati tutti i suoi pensieri ai suoi collaboratori? Ed il programma del 1910-11 avrebbe avuto egualmente applicazione dopo che le guerre balcaniche avevano considerevolmente accresciuta la tensione interna ed esterna della monarchia danubiana o Perette del trono si sarebbe prospettate altre soluzioni più o meno radicali? Dotato di volontà combattiva e tenace, l'arciduca Francesco Ferdinando non aveva quella fermezza di propositi che gli si voleva attribuire. Teoricamente cauto nel programma politico concretato nel 1911,appariva di una tem» pestosa impulsività nella vita pratica di ogni giorno. La sua mente inquieta era aperta ai giuochi degli elementi imponderabili. In queste condizioni la sua futura attività imperiale appariva piena di incognite. Dopo il dramma di Seraievo Conrad, che nell'ultimo anno aveva avuto frequenti dissensi con l'arciduca ereditario, scriveva : « Non ero stato mai cieco per tutto ciò che veniva rimproverato all'arciduca e che era considerato come un errore. Ma chi è libero da errori? L'arciduca Francesco Ferdinando era un principe di alti doni spirituali,