12! LUCIANO MAGHIMI nostra marcia vittoriosa continua ». Erano seguite ad intervalli, nella stampa e nelle associazioni nazionaliste, altre manifestazioni irredentiste. Un giornale serbo dichiarava che la Serbia non poteva dimenticare lo strepitìo della sciabola dell'arciduca Francesco Ferdinando in occasione della questione di Scutari. Un’altro giornale aveva affermato che ogni tentativo di avvicinamento all’Austria equivaleva ad un tradimento e che la Serbia doveva adattarsi alle circostanze avendo però sempre presente che l’Austria-Unghcria era il suo più pericoloso nemico. Nell’aprile 1914 un giornale aveva scritto che l’Austria-Ungheria aveva perduto ogni diritto di esistere. Le grandi manovre in Bosnia, alla presenza dell’arciduca ereditario, neU’anniversario della battaglia di Kosso-vo, dovevano essere, nelle probabili intenzioni dello stato maggiore austriaco, una risposta a tutte queste piccole provocazioni. Non pare che l’arciduca intraprendesse questo viaggio senza preoccupazioni. Il suo animo era probabilmente agitato da oscuri presentimenti. Il suo orgoglio gli impediva di esprimere esitazioni che avrebbero potuto essere interpretate come suggerite dalla paura. Avrebbe desiderato che fosse stato lo stesso imperatore ad impedirgli il viaggio. Ma i ministri, lungi dal preoccuparsi della situazione in Bosnia e dal prospettare l’inopportunità di acuire con quel viaggio i rapporti austro-serbi, tacevano. Taceva il capo di stato maggiore e taceva Francesco Giuseppe. E l’arciduca sentiva cadérsi addosso, quasi come una condanna, il giorno della partenza per la Bosnia. Alla vigilia della partenza per la Bosnia l’arciduca ereditario esprimeva a Francesco Giuseppe i timori per la propria salute e gli chiedeva se non