LA MOBILITAZIONE RUSSA egli era stato chiamato « dal punto di vista tecnico a mettere il fuoco sotto la polveriera del mondo »; il telegramma dello zar a Guglielmo: «Io sarò tra poco trascinato, dalle pressioni che si esercitano intorno a me, a prendere delle misure estreme, che condurranno alla guerra ». Le « Memorie » di Palèologue appaiono reticenti intorno agli incoraggiamenti dati dalla Francia alla mobilitazione russa. Del resto è intuitivo che la politica di « fermezza » raccomandata da Poincaré dovesse continuare anche di fronte alla mobilitazione russa. Che Sazonof si sentisse incondizionatamente appoggiato dalla Francia, non vi è dubbio. Egli aveva detto all'ambasciatore d’Inghilterra, che se la Francia le avesse assicurato il suo appoggio, la Russia avrebbe affrontato i rischi di una guerra. E l’appoggio della Francia aveva dovuto essere assoluto, incondizionato, per indurre Sazonof alla mobilitazione. Iswolski, in un telegramma spedito da Parigi, aveva assicurato fin dal 27 luglio che egli era <■ colpito di constatare fino a qual punto il ministero della giustizia ed i suoi collaboratori (Poincaré ed il presidente del Consiglio e ministro degli esteri Yiviani erano ancora in viaggio di ritorno) comprendessero giustamente la situazione e fossero penetrati dalla ferma e calma decisione di accordarci il più intero appoggio e di evitare fino alla più piccola apparenza di divergenza di vedute con noi ». »** Sazonof, esposto alle pressioni dei circoli militari russi e del partito della guerra, era lungi, per il suo temperamento, di essere quell’esperto navigatore che le difficili circostanze richiedevano. La nave della pace, sotto la sua esclusiva direzione,