92 LUCIANO M VCB1NI complotto, lasciava nei suoi discorsi nettamente trasparire che l’organizzazione del complotto risaliva alla « Mano nera ». 10 conobbi personalmente il maggiore Voia Tankosic nella terza settimana dell’ottobre 1915, al quartiere generale della divisione di Sumadia che aveva sede ad una ventina di chilometri al sud di Belgrado, nella piccola città di Azania, e dove mi trovavo, assieme all’amico Giorgio Steven.*, corrispondente di guerra del Daily Telrgraph, ospite dell’eroico colonnello Bosidar Tersic, comandante la divisione che aveva il compito di coprire la ritirata serba opponendo le ultime, strenue resistenze all'invasione austro-tedesca che, occupata Belgrado, gorgogliava all’imboccatura settentrionale della vallata della Morava. 11 nome di Tankosic era noto, a quanti si occupavano di cose balcaniche, prima che l’attentato di Seraievo lo divulgasse in tutto il mondo. Nella tragica cronaca »Ielle sagre di sangue e delle competizioni delle bande armate svoltesi in Macedonia negli anni che precedettero le guerre balcaniche, Tankosic era stato il tipico rappresentante del comitagismo serbo, come Sandanski era apparsa la più saliente personalità del comitagismo bulgaro. Giovane tenente, egli aveva partecipato alla congiura contro re Alessandro ed aveva ordinata la fucilazione dei due fratelli della regina Draga Maschio. Poi alla disciplina militare aveva preferita la vita avventurosa di capo banda sui monti di Macedonia. Piccolo di statura; mobilissimi occhi porcini in un volto duro, zigoinato, che pareva tagliato nel legno; scarso di intelligenza e tardo nel discorrere si animava solo quando, — ed era