(-’ULTIMATUM AUSTHIAro ALLA SEKBIA 217 evasiva, lasciava comprendere che la situazione precipitava verso la guerra. Per guadagnar tempo non vi era che una via : consigliare alla Serbia la accettazione integrale dell'ultimatum, riservandosi poi di discutere intorno all'applicazione delle clausole. La Serbia stessa non si faceva illusioni sulla gravità della situazione e sull’esito della sua risposta, per quanto questa risposta fosse moderata. Anzi, nella certezza della guerra inevitabile, tre ore prima di consegnare la risposta la Serbia decretava la mobilitazione generale, il re e gli uomini di Stato abbandonavano Belgrado e la capitale veniva trasferita a Nisc. La risposta serba veniva consegnata da Pasic due minuti prima della scadenza dell'ultimatum. In questa nota il governo serbo contestava le accuse generali espresse contro il suo atteggiamento. Nella dichiarazione che esso accettava di pubblicare nel suo « Giornale Ufficiale » sostituiva le parole « la propaganda diretta contro l'Austria-Un-gheria » con la frase « ogni propaganda che sarebbe diretta contro l’Austria-Unghcria. » La nota esaminava quindi ad una ad una le esigenze dell'Austria. Essa ne accettava alcune: lo scioglimento della « Narodna Obrana » e di qualsiasi altra società che avesse agito contro l'Austria-Un-gheria; l'arresto e la punizione dei colpevoli; la repressione dei delitti di stampa: ma ogni caso provocava un’osservazione. Se lo scioglimento delle società era promesso non era detto che il governo avrebbe confiscati i mezzi di propaganda ; se i delitti di stampa dovevano essere puniti bisognava attendere il voto di una legge speciale e un emendamento della costituzione; infine, fra i colpevoli, Ciganovic era in fuga e « non aveva potuto an-