214 LUCIANO MAGRINI conseguenze incalcolabili. E rifiutava di dare consigli di moderazione a Vienna. La Germania, appena era stata diffusa la notizia dell’ultimatum, si era affrettata a dichiarare agli ambasciatori stranieri a Berlino ed ai propri rappresentanti all’estero che essa non aveva avuto conoscenza della nota austriaca alla Serbia; che essa non aveva esercitata la minima influenza sulla sua compilazione, e che essa ne era rimasta sorpresa allo stesso grado delle altre potenze. E’ probabile che Berchtold abbia tenuto, fin che gli fu possibile, nascosto il testo della nota a Berlino e che l’abbia fatto conoscere quando gli parve che non vi fossero più margini di tempo perchè la Germania agisse in senso conciliativo. Ma è anche vero che il governo tedesco sapeva che la nota sarebbe stata redatta in tal modo che nessun stato che si rispettasse avrebbe potuto accettarla. Guglielmo non solo conosceva questa intenzione dell’Austria ma l’aveva incoraggiata. Il 21 luglio Tschirschky aveva ricevuto un esemplare della nota, ma, per non mettere in pericolo il segreto della cifra diplomatica aveva inviato il documento per lettera a Berlino, dove era giunto al ministero degli affari esteri nel pomeriggio del 22 luglio. Jagow, nel suo libro sulle « Origini della guerra mondiale », racconta che il conte Szoegvenv gli comunicò il testo dell’ ultimatum prima che gli pervenisse quello speditogli dall’ambasciatore tedesco a Vienna, il 22 luglio tra le sette e le otto di sera, ed afferma che egli avrebbe immediatamente dichiarato che la nota « era estremamente rigorosa e passava la misura ». Il cancelliere dell’impero sarebbe stato dello stesso parere. Il conte Szoe-gyeny avrebbe replicato che non vi era più nulla