La precipitosa partenza del ministro d'Austria-Ungheria da Belgrado dimostra che a Vienna si temeva forse l'eventualità che si manifestasse una corrente che considerasse coma base di discussione un'ampia ma incompleta risposta serba. Difatti Tisza apprendeva con disappunto la partenza del ministro Giesl. A Vienna nou si ignoravano le inquietudini di Tisza, si temevano gli interventi conciliativi europei, e si diffidava di Guglielmo di cui si corosceva il carattere incostante. Ora Berchtold e Coni ad erano fermamente decisi alla guerra ed avrebbero considerato come una disgrazia una completa acccttazione dell'ultimatum da parte della Serbia. Vienna ebbe comunicazione della non integrale accettazione dell'ultimatum austro-ungarico, e con tutta probabilità ebbe il testo integrale della risposta serba, la sera stessa del 25 luglio dal barone Giesl, che l’aveva telefonato o telegrafato da Semiino, dove era giunto prima delle ore sette di sera, in obbedienza agli ordini precisi ricevuti da Berchtold di non indugiarsi neanche un’ora sul territorio serbo. Il Kaiser tedesco era in viaggio e Bethmann-Hollweg, che conosceva il pensiero di Guglielmo anche per quella parte delle note inarginali che gli era stata comunicata radiotelegraficamente da bordo dell'Hohenzollern, non mostrò alcuna pre- 15. - Il dtamma di StraUiO.