LA PARTE DELI.* INGHILTERRA 2HS 11 30 luglio l’ambasciatore di Francia Paolo Cambon ricordava a Grey, a nome del suo governo, l’accordo di principio concluso in novembre 1912, in base al quale l’Inghilterra aveva preso l’impegno di concertarsi con la Francia se la pace europea fosse stata minacciata. Il giorno seguente, dopo la seduta del gabinetto, sir Edward Grey comunicava al suo ambasciatore a Parigi la risposta del governo inglese: « Nessuno qui ritiene che in questo conflitto, al punto in cui è, i trattati o gli obblighi della Gran Bretagna sieno impegnativi ». D’altra parte, la situazione commerciale e finanziaria era estremamente seria. Era possibile che l’astensione dell'Inghilterra u fosse il solo mezzo di preservare il credito europeo da una rovina completa ». Non era dunque possibile che il governo inglese desse « in quel momento » una promessa qualsiasi. Ma gli avvenimenti avrebbero potuto modificare questa situazione « ed obbligare il governo ed il parlamento a considerare che un intervento era giustificato ». E’ probabile che Grey, per forzare la situazione e far accogUere la tesi dell'intervento, volesse attendere il pretesto di queH’irruzione dell’esercito tedesco attraverso il Belgio che da oltre due anni lo stato maggiore francese considerava come sicura. Le opposte tendenze in seno ai gabinetto obbligavano il Foreign Office a mantenere per tre giorni un atteggiamento riservato che determinava in Germania la sopravvivenza di qualche superstite speranza. Solo nel pomeriggio del 2 agosto si produceva in seno al gabinetto quell’evoluzione verso l’intervento auspicata da Grey. Nella mattinata la situazione era ancora incerta: la maggioranza del gabinetto rifiutava di pronunciarsi per l’intervento, ma scivolava verso la guerra autorizzando