ir mr.t. politiche om i.’*n« int'r* mmimm 27 lamento centrale un certo numero (li deputati in rapporto al numero dei propri abitanti. Questi deputati, complessivamente, non avrebbero dovuto essere più di 42, dei quali 10 dai territori tedeschi. 8 dall'Ungheria, 18 dai diversi territori slavi, 4 dai romeni c 2 dagli italiani. Gravi difficoltà si sarebbero dovute superare per la realizzazione di questa logica struttura esposta con una dialettica che non faceva una grinza c che schiudeva gli animi a facili sugge* stioni. Il progetto federativo del Popovici, la «Grande Austria », significava Io smembramento dei paesi della Corona di Santo Stefano c gli ungheresi certo non vi si sarebbero adattati senza opporvi una sanguinosa rivoluzione. E ciò si temeva a Vienna e preoccupava anche l'arciduca ereditario. Intanto era apparsa una nuova ricetta che pareva di più facile realizzazione: il trialismo. Si proponeva la formazione, entro i confini dell'impero, di un terzo stato costituito dai territori abitati dagli slavi meridionali, croati, sloveni e serbi, cosicché al dualismo Austria-Ungheria sarebbe succeduto lo stato trialUla Austria-Ungheria-Jugoslavia. Questo nuovo «tato avrebbe costituito un contrappeso all'influenza magiara ed un'attrazione verso la Serbia. Il moto degli «davi del sud da centrifugo avrebbe potuto trasformarsi in centripeto, e la questione dell'unione degli slavi meridionali poteva essere risolta, con l'annessione volontaria o coatta della Serbia, entro la cornice della monarchia danubiana. Il triaiismo. (atta eccezione dei magiari, avrebbe trovato minor nemici del programma della » Grande Austria » quantunque alcuni esprimessero il timore che il terzo stato avrebbe anche potuto allearsi all’Ungheria contro l’Austria cosicché le speranze concepite sulle sue