l'UinMAIUM AUSTRIACO All.» SERBI* 215 da fare poiché l’ultimatum era già stato inviato a Belgrado e doveva essere consegnato l’indomani mattina. Debole scusa; e se anche vi fu inganno da parte dell’ambasciatore austriaco sull’ora di consegna dell’ultimatum, come avrebbe potuto cadervi proprio von Jagow che il 22 telegrafava a Vienna: « Ho chiesto al conte Pourtalès il programma della visita di Poincaré. Egli mi ha annunciato che il Presidente partirà da Cronstadt giovedì sera alle ore 11, cioè alle ore 9 Yl- secondo l’ora dell’Europa centrale. Se il passo è fatto a Belgrado domani, dopo mezzogiorno, alle cinque ore, esso sarà conosciuto a Pietroburgo durante la presenza di Poincaré». Dunque von Jagow sapeva che l’ultimatum sarebbe stato presentato alle ore 5 di sera prima di conoscere il testo della nota. Il 23 Tschirscbky rispondeva: « Il governo imperiale e reale vi ringrazia vivamente della vostra informazione. Il barone Giesl è stato invitato a ritardare la consegna di un’ora ». La Germania sperava nella « localizzazione » della guerra. In un rapporto del 18 luglio della Legazione di Baviera a Berlino, pubblicato prima incompletamente da Kurt Eisncr e poi integralmente nei « Die deutschen Dokumente, ecc. Anhang IV », si diceva : « Nell’interesse della « localizzazione » della guerra, la direzione dell’ impero comincerà un’azione diplomatica presso le grandi potenze, subito dopo la consegna della nota austriaca a Belgrado. Appoggiandosi al fatto che l’imperatore è in viaggio nel Nord e che il capo del grande stato maggiore ed il ministro della guerra sono in congedo, essa pretenderà di essere stata sorpresa dall’azione del-