i> mrc politiche kij.'uciiidc« ehki»it*iiio 25 parti ed avesse presa su di esse occorreva che queste fossero piccole. A tale scopo avrebbe voluto fare quattro frammenti dell’Ungheria, due della Boemia, «lue «Iella Galizia e degli altri paesi tanti quanti ne fossero stati ne«^ssari. Ogni parte, dotata di un’illimitata autonomia nelle questioni dei propri affari interni, avrebbe dovuto sottomettersi, per ciò che riguardava l’esercito, la politica e l'amministrazione centrale, a un governo generale la lingua del quale sarebbe stata esclusivamente tedesca. Non ignorava che i magiari si sarebbero difesi con tutte le loro forze. « Ebbene — esclamava — bisognerà conquistare una volta di più l'Ungheria con la spada. Io non ve«lo come si potrebbe sfuggire a questa necessità!«. Si disse che Francesco Ferdinando fosse disceso successivamente «la questa prima id«-a del federalismo, al trialUmo e «lai trialismo al dualismo. Margutti n«m lo crede ed afferma che nell’estate «lei 1913 a Ischi. Francesco Ferdinando, pur attribuendo ai suoi progetti maggiori difficoltà di realizzazione, giungeva alle stesse conclusioni «li 18 anni prima: Io vivo e morrò per il federalismo. E 1' unirà salvezza della monarchia se qualche cosa può ancora salvarla. Il dualismo, ai nostri giorni, è un regime completamente superato; entra nelle categorìe delle assurdità e «Ielle anomalie ». Non era un segreto per nessuno che Francese«» Ferdinando detestasse gli ungheresi, si proponesse di spezzare il loro dominio e la loro influenza e sognasse una grande riforma costituzionale per la monarchia danubiana. Lettore assiduo delle pubblicazioni politiche non gli sfuggivano le ricette «die venivan«», man mano, prospettate per la salvezza dell’Austria. E sopratutto una di «pi«*»te corri* pon «leva alle sue idee.