POINCARÉ A PIETROBURGO 195 nulla dell’Austria.... Voi riprenderete l’Alsazia-Lo-rena.... I nostri eserciti si incontreranno a Berlino.... La Germania sarà distrutta.... Poi bruscamente s’interruppe : « Bisogna che io mi moderi, poiché l’imperatore mi guarda ». Sotto lo sguardo dello zar la sibilla montenegrina si calmava. Chiacchiere di donne, si dirà: ma esse riflettevano Io stato di animo che si era formato nelle sfere militari e nei circoli vicini all’imperatore. Si può immaginare quali consigli dovesse dare Paléologue a Sazonof e quali ripercussioni avessero le conversazioni di Poincaré. E Sazonof, pur desiderando vivamente di conservare la pace, nell'atmosfera tonificante della visita di Poincaré a Pietroburgo, forte del sostegno assicuratogli dalla Francia, decideva di assumere una attitudine « ferme » secondo il voto del presidente francese. Ora, dopo questa iniezione di energia, egli poteva ben fare a Vienna quel monito che aveva pensato fin dal 18 luglio, dopo che il barone Shilling gli aveva data relazione del suo colloquio col marchese Carlotti. 11 22 luglio Sazonof dichiarando che, secondo voci pervenute a Pietroburgo, l’Austria si apprestava ad intervenire a Belgrado per presentare diversi reclami in rapporto con gli avvenimenti di Seraievo, invitava l’ambasciatore russo a Vienna a far osservare al ministro austro-ungarico degli esteri, « amichevolmente, ma con insistenza, le conseguenze pericolose che potrebbe avere un simile passo se esso avesse un carattere inammissibile per la dignità della Serbia. Dalle mie spiegazioni col ministro francese degli affari esteri appare chiaramente che la Francia, pur essa preoccupata della piega che potrebbero prendere i rapporti austroserbi, non è disposta ad ammettere un’umiliazione