I.A l» MANO NKBA » 87 sbarazzarci dei dirigenti della Mano nera» della quale mal sopportavano di essere prigionieri e ohe diventava per essi un controllo sempre più minacciosamente oppressivo. Si disse che Pasic c il principe ereditario considerassero l’eventualità di una pace separata con l’Austria e volessero prima sbarazzarsi della « Mano nera » che la rendeva impossibile. Ed altri aggiunsero che di fronte a questa eventualità, il Dimitrievic avesse realmente ordito il complotto del quale era stato accusato. Il professor Stanojevic invece afferma che il Dimitrievic era entrato in relazione col nemico. Qucst'ultima ipotesi deve essere esclusa. All’archivio di guerra di Vienna non esiste nessun elemento a questo proposito. Se discorsi, per una pace con l’Austria avvennero, questi si svolsero senza mai assumere il carattere di un vero e proprio abbozzo di trattato di pace, tra il governo serbo, attraverso suoi fiduciari, ed intermediari austriaci dopo che era avvenuta l’eliminazione della Serbia dal novero degli stali territorialmente liberi. Secondo quanto mi affermò lo storico viennese Pribram, nell’ottobre 1916, epoca in cui egli si trovava a Belgrado, erano corse conversazioni per una pace separata austro-serba tra il barone Reden, governatore austriaco di Belgrado, ed il governo serbo. Egli ebbe questa notizia dallo stesso barone Reden, ma non seppe darmi maggiori notizie in proposito. D'altra parte se il Dimitrievic avesse avuto realmente relazioni col nemico, come afferma lo Stanojevic, il governo serbo, che voleva spiegare il suo provvedimento alle potenze dell’Intesa, non avrebbe mancato di metterlo in rilievo nel comunicato diramato dopo le condanne di Salonicco. E probabile invece che risponda al vero quanto