comuii i i-» cvnit mti.Mitt tontro l’imi» 41 n, che non piegava, che gli toglieva con Francese« Ferdinand« l'ultimo piacere, quello di occuparsi del propri« esercito, che »confinava nel campo d*-lla politica interna ed estera, che redigeva memoriali e piani di guerra. L’imperatore pacifista non vedeva di buon «echi« Li « guerra preventiva • propugnata ila Conrad. l a »tigmatiz-jmva con le parole di iiionmrk: « Una guerra preventiva è la stessa cosa di un suicidio compiuto per timore della morte*. Ed aggiungeva: «non ini faranno consentire mai. mai, mai •>. L'imperatore perdette sempre più il contatto col auu eser-ritu e finalmente, nell'agosto 1913, ne affidò la direzione a Francesco Ferdinando che fu promosso ispettore generale delle forze di terra e di mare ». Contemporaneamente a Con rad Francesco Ferdinando faceva nominare a ministro degli esteri il barone Aehrenthal. L'arciduca, il ministro c il rapo di stato maggiore si proponevano tutti c tre di rinvigorire 1« «tato austriaco del quale sentivano declinare la vitalità e il prestigio. Tutti e tre sognavano di ricostituirlo mediante la vittoria sui vicini potenzialmente nemici: si proponevano di risolvere fuori dei confini l’insolubile problema interno di una composizione nazionale impossibile. Ma n«n erano d’accordo da che parte cominciare. Aherenthal vedeva il campo promesso ai nuovi trionfi austroungarici tra i nemici slavi del Balcani. Conrad lo vedeva in Italia, contro ì'erbfrind di cui indovinava il destino fatalmente antiaustriaco, mentre, con occhio inquieto, ne notava i progressi. Il principe ereditario li lasciava (are tutti e due. aspettando che la morte dello zio, gli de**e un potere maggiore di quello che intanto andava concentrando intorno al Belvedere.