2« LUCIANO MACHI!»« tizia che il granduca doveva essere ucciso durante il viaggio. A St. Moritz ricevette un giorno la notizia che due anarchici turchi erano giunti in Svizzera col proposito di ucciderlo e che tutti gli sforzi fatti per rintracciarli erano riusciti vani. Mostrando al conte Cxernin il relativo telegramma che lo invitava a tenersi in guardia l'arciduca aggiungeva che attentati annunciati venivano raramente eseguiti. La duchessa di Hohenbera; viveva in continue ansie per la vita del marito che riteneva esposta ad attentati e — scrive il conte Csernin — * credo che la povera donna abbia veduto cento volte nello spirito la catastrofe di cui essa e suo marito dovevano rimanere vittime ». IVr timore di un attentato e per le continue paure della moglie un poliziotto seguiva costantemente l’arciduca: presenza che gli dava noia e che considerava ridicola. Temeva che se questo fatto fosse conosciuto potesse far credere che egli avesse paura. Ma accettava questo sacrifizio per calmare le continue apprensioni «Iella consorte. Un giorno l'arcùluca raccontò al c«>nle Czernin che una zingara gli aveva predetto che un giorno « egli sarebbe stato la causa di una guerra mondiale ». Sebbene questa profezia, che «*gli credeva «li interpretare come l'affermazione che un giorno il mondo avrebbe fatto assegnamento su di lui conte su «li un serio fattore politico, lo lusingasse, pur tuttavia la dichiarava sciocca. • Più tardi — aggiunge il conte Czernin — invece si realizzò ma in modo ben diverso dalla ana prima interpretazione ! * Diffidente, avaro — era sempre preoccupato di risparmiare denaro per i tìgli — cupo, impulsivo, collerico, pareva avesse esternamente ed internamente la maschera della predestinazione tragica!