I DUE IMPERATORI PER LA CL’ERRA ALLA SERBIA 155 glio aveva scritto a Francesco Giuseppe ch’egli considerava un grave errore fare deU’attentato di Seraievo il pretesto di un regolamento di conti con la Serbia, come era intenzione di Berchtold, e declinava qualsiasi responsabilità se ciò avvenisse. « Innanzitutto noi non abbiamo finora delle prove sufficienti per poter rendere la Serbia responsabile e, malgrado le dichiarazioni concilianti del governo serbo, provocare la guerra con questo stato. Noi ci collocheremo sul peggiore terreno che si possa concepire ed appariremo davanti al mondo intero come i perturbatori della pace e fomenteremo una grande guerra, nelle circostanze le più sfavorevoli. Inoltre io ritengo questo momento, in cui noi abbiamo per così dire perduto l’appoggio della Romania senza ottenere in cambio un compenso, e quando il solo stato sul quale noi possiamo contare, la Bulgaria, giace spossato, come assai sfavorevole. Nell’attuale situazione dei Balcani sarebbe la minore delle mie preoccupazioni quella di trovare un casus belìi accettabile. Se il momento di ricorrervi giunge, si può sempre far sorgere dalle diverse questioni un caso di guerra. Ma bisogna dapprima creare una situazione diplomatica che renda la proporzione delle forze meno sfavorevole per noi ». Riteneva urgente l’accessione della Bulgaria alla Triplice Alleanza in modo da non offrir delle punte contro la Romania e di lasciar aperta la porta ad un’intesa con questo stato e con la Grecia. Era difficile rimuovere Francesco Giuseppe quando si era formata un’opinione. Era stato difficile, anzi impossibile, indurlo alla guerra quando egli si proponeva una politica di pace. Altrettanto difficile era farlo mutare opinione ora che appoggiava la politica di Berchtold. Bisognava farla finita con