44 um'« ««uni credito a circa la metà. Con rad si indignava contro il ministro della guerra Schönaich e contri» il ministro degli esteri Aehrenthal. L'arciduca ereditario approvava e incoraggiava il capo di »tato maggiore scrivendogli : • Oramai chi comanda adesso l’esercito e dà gli ordini è un certo signor Aehren-thal. Fin tanto che, a dispetto dell’erede del trono e «lei capo di stato maggiore, codesta gente ha l'ultima parola, la nostra opera patriottica c giallo-nera rimane proldemutica. Sono mollo curioso di vedere quello che arrecherà l'autunuo: speriamo di vedere presto un nuovo ministro della guerra. Ouello attuale, con la sua cavalleria, ha intrapresa contro i miei candidati una grande campagna che raccoglie i suoi frutti presso l'imperatore. Auffen-berg è adesso l’unico candidato possibile. Auffen-berg è a me ed a lei devoto e formerà un equilibrio contro tutta questa cricca che ci vorrebbe sbalzare di sella *. Conrad si ostinava. Non voleva capire l'argo-mentarionc di Aehrenthal, che un nuovo credito militare, dop» quello concesso, avrebbe legittimato i sospetti dell'Italia, e chiedeva all'impera-tore di essere — come si diceva a Vienna — «sollevato » dalla carica. Francesco Giuseppe, ricevendolo in udiensa. oppose all'ira contenuta del capo dello stato maggiore parole di rassegnata pacifi-caiione : -— Caro mi«», erede che anch'io possa tutto quello che voglio? Vuole che Aehrenthal dichiari la guerra? Se l'Italia spende vuol dire che ha più quattrini di noi: noi non ne abbiamo. — Conrad ri adattò a rimanere. Scoppiata la guerra di Tripoli. Conrad non voleva ammettere che, per l'accordo del 1902 con Coluehowski. anche l'Austria aveva dato mano libera in Iibiaall'alleata.