PHf.i rnio di cutaiu E facendo sacrificio del proprio orgoglio sceglieva la seconda alternativa. « Il principe di Bùlow ed il conte Aehreuthal — scrive Sazonof nelle sue u Memorie » — riportavano così una vittoria diplomatica sulla Russia, sulla Serbia c sulle potenze occidentali, senza tuttavia sospettare, nè I’una nè l'altra, che questa vittoria era il primo chiodo conficcato nel feretro dcU'Austria-Ungheria, e così pure il primo passo verso il crollo della Germania degli liohcnzollern ». La Russia non rimarginò più questa ferita recata al suo amor proprio; il contrasto austro-russo che aveva assunta una forma così clamorosa non parve più placarsi; i predicatori russi della guerra ebbero facile giuoeo. La stampa attaccava violentemente la politica di Iswolsky, gli amici stessi del ministro russo degli esteri lo rimpnfveravano di remissività, l'opinione pubblica manifestava la propria indignazione. Il proposito della rivincita si radicava negli animi, e ne diveniva patrocinatore lo stesso Iswolsky che nel 1910 abbandonava il ministero degli esteri e si recava ambasciatore a Parigi. Gli succedeva Sazonof. Le crisi balcaniche del 1912 e del 1913 riaprivano sull'Europa la minaccia di una conflagrazione. Le questioni provocate dalle richieste serbe, di avere uno sbocco sull'Adriatico e successivamente l'occupazione di Scutari da parte ilei Montenegro determinavano in Europa una grave tensione. L'agitazione in favore della guerra acquistava a Pietroburgo proporzioni allarmanti. • Il momento propizio — scrive Sazonof nelle sue « Memorie » — era alfine giunto per regolare col governo austro-ungarico i nostri conti per il colpo di forza di Aehrrnthal: tale era la convinzione assai fermamente stabilita in una parte (lell'opi-